Il Rapporto Annuale 2020 dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro sui controlli avviati in oltre 103mila aziende anche sul rispetto dei protocolli anti-Covid
Quasi 80mila ispezioni (di cui oltre 55mila definite irregolari con un tasso di irregolarità del 70%), 267.677 lavoratori interessati da irregolarità (8,4% in “nero”), oltre 882 milioni di contributi e premi evasi. Nel Rapporto Annuale 2020 dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro sono riportati i dati sui controlli avviati nei confronti di 103.857 aziende – per l’80% in materia lavoristica, di legislazione sociale e di salute e sicurezza sul lavoro; il 13% in materia previdenziale e il 7% in materia assicurativa – con verifiche e accertamenti che hanno riguardato anche il rispetto dei “protocolli anti-Covid” nei luoghi di lavoro. Un resoconto con una nuova impostazione, come chiarisce una nota dell’Inl, finalizzata a favorire analisi riferite ai fenomeni di maggiore irregolarità, ai settori produttivi e alle caratteristiche territoriali. Al suo interno, anche espressioni di tutela del mondo del lavoro diverse dalla vigilanza e, per la prima volta, un’analisi di genere delle irregolarità rinvenute.
In particolare, il 66% delle ispezioni definite nel 2020 è stato chiuso con l’adozione di un verbale di contestazione di illeciti, con indici di irregolarità più elevati in edilizia (67,28%) e nel terziario (66,62%). Settore, quest’ultimo, che risente molto del tasso medio di irregolarità nei servizi di alloggio e ristorazione (73,74%) e in quelli di supporto alle imprese (72,31%) da ricondurre – si legge – principalmente a forme illecite di esternalizzazione e interposizione.
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