
Su Donna Moderna Pasquale Staropoli spiega come sarà il lavoro agile alla fine dello stato di emergenza
Cosa succederà allo smart working dopo la fine dello stato di emergenza, il prossimo 31 luglio? “Si sta pensando a una formula per incentivare il proseguimento dello smart working, in forma diversa” spiega Pasquale Staropoli, Responsabile della Scuola di Alta Formazione di Fondazione Studi, sul settimanale Donna Moderna del 3 giugno 2021. Con la fine dello stato di emergenza, infatti, decadranno le norme emergenziali e, dunque, dal 1° agosto i dipendenti del settore privato che vorranno mantenere le modalità di lavoro agile dovranno seguire le regole previste dalla legge n. 81/2017 a partire da “un accordo scritto tra datore di lavoro e dipendente” spiega Staropoli. In ogni caso – ricorda – lo smart working può sempre terminare prima perché “non è mai stato un diritto” durante l’emergenza salvo che per “persone immunodepresse, malati oncologici o soggetti a terapie salvavita e genitori con figli sotto i 14 anni in quarantena”. E nel pubblico? A fine aprile è stato già cancellato l’obbligo di tenere in remoto almeno il 50% degli impiegati ma il regime provvisorio resterà in vigore fino al rinnovo dei contratti o comunque a fine anno. “La situazione – sottolinea Staropoli – è per certi versi molto simile a quella dei privati: tutto dipende dall’organizzazione interna degli uffici”.
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