In GU il decreto che stabilisce modalità e criteri per il rilascio del permesso di soggiorno anche per i lavoratori altamente qualificati
I “nomadi digitali” e i lavoratori altamente qualificati, cittadini di Stati non appartenenti all'Unione Europea e che svolgono attività da remoto, possono beneficiare del permesso di soggiorno “al di fuori delle quote di cui all’articolo 3, comma 4, del Testo unico dell’immigrazione”. È quanto prevede il Decreto 29 febbraio 2023 del Ministero dell’Interno, di concerto con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, il Ministero del Turismo, e il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 79 del 4 aprile scorso. Il provvedimento – composto da sette articoli – stabilisce le modalità e requisiti per l’ingresso e il soggiorno dei cittadini di Stati non comunitari che svolgono un’attività lavorativa altamente qualificata attraverso l’utilizzo di strumenti tecnologici che consentono di lavorare da remoto, in via autonoma ovvero per un’impresa anche non residente nel territorio nazionale. In particolare, ai fini dell’ingresso e del soggiorno per periodi inferiori a 90 giorni è comunque necessario il rilascio del visto di ingresso e del permesso di soggiorno. Per quanto riguarda i requisiti, è necessario che i lavoratori siano in possesso “di un contratto di lavoro o collaborazione o della relativa offerta vincolante”, di un reddito minimo annuo, di un'assicurazione sanitaria valida, di una sistemazione adeguata e di un'esperienza lavorativa pregressa. Il permesso di soggiorno – si legge nel provvedimento – è valido per un anno e rinnovabile.
Notizie correlate: In GU il Decreto Agevolazioni fiscali: come cambia la disciplina dei bonus edilizi – In GU la legge n. 36/2024 per sostenere i giovani imprenditori agricoli – In GU la legge n. 28/2024 che tutela le imprese di carattere strategico