Il quadro complessivo tracciato nel XXII Rapporto Annuale Inps, presentato ieri alla Camera dei deputati
"La resilienza dell'economia nazionale ha garantito l’uscita dalla crisi e favorito una ripresa economica più ampia rispetto ad altri Stati dell'area euro". È quanto si legge nel comunicato stampa diffuso dall'Inps eri, 13 settembre, in occasione della presentazione del suo XXII Rapporto Annuale presentato alla Camera dei Deputati, che prende in esame lo stato di salute del sistema del welfare nel 2022. L'aumento del 3,7% del PIL iitaliano lo scorso anno ha portatoil mercato del lavoro ad una crescita in termini qualitativi e quantitativi, secondo l'Istituto. Un miglioramento che a sua volta ha determinato "un aumento sia del numero di assicurati, che hanno superato i 26,2 milioni, sia del numero medio di settimane lavorate, recuperando così la brusca caduta del 2020 dovuta alla pandemia", ha sottolineato nella sua Relazione Micaela Gelera, Commissario Inps, evidenziando la maggiore stabilità e sostenibilità del sistema previdenziale italiano. I trattamenti pensionistici dell'Istituto sono rimasti stabili, con un numero di prestazioni di poco inferiore a 21 milioni erogate a 16,1 milioni di pensionati. Inoltre, il 56,1% dei trattamenti ha riguardato le pensioni di anzianità/anticipate, ridotte per effetto della conclusione di Quota 100 e dell’introduzione di Quota 102, che ha interessato un numero di pensionati limitato. La Gelera ha poi posto l'accento sullo stato di salute delle imprese: il numero di quelle assicurate è salito a 1,55 milioni nel 3° trimestre del 2022, per poi ridursi leggermente nella parte finale dell'anno, ma recuperando quanto perso nel 2020. Nel 2022, l’ampia e rapida crescita dell’inflazione non sembra aver avuto un effetto significativo sulla domanda di lavoro delle aziende, che non hanno fatto ricorso massivo alla CIG. Un passaggio della Relazione ha interessato anche le misure di incentivazione all'occupazione introdotte, che sembrano avere avuto effetti differenti. "Sia Decontribuzione Sud che Esonero Giovani hanno avuto un impatto positivo sull’occupazione – ha sottolineato il Commissario – , mentre solo Esonero Giovani ha anche favorito un aumento, seppure contenuto, delle retribuzioni". In finale, anche uno sguardo all'impatto dell’inflazione sul potere d’acquisto delle famiglie, differente tra quelle composte da lavoratori dipendenti e quelle composte da pensionati. Per quanto riguarda le famiglie di lavoratori dipendenti, nel confronto tra il 2022 e il 2018, l’aumento del reddito nominale è risultato più ampio per quelle con redditi più bassi, con una crescita del 25% che si confronta con il 9% medio. "Un risultato in apparenza sorprendente, frutto dell’aumento del numero degli occupati in una congiuntura economica favorevole che, per i nuclei con reddito più basso, è passato dai 2,3 medi del 2018 ai 2,5 del 2022", ha precisato la Gelera.
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