
Il Collegato Lavoro, in vigore dallo scorso 12 gennaio, consente il recupero dei contributi prescritti, ma a proprie spese
Dallo scorso 12 gennaio, lavoratori e superstiti possono chiedere la costituzione della rendita vitalizia con onere interamente a proprio carico per i contributi omessi dal datore di lavoro e prescritti. Lo rende noto l’Inps con la circolare n. 48 del 24 febbraio scorso, che introduce importanti novità in merito alla costituzione della rendita vitalizia per i contributi pensionistici obbligatori non versati e prescritti. Con il documento di prassi, l’Inps recepisce le modifiche normative apportate dal Collegato Lavoro, in vigore dallo scorso 12 gennaio e fornisce le istruzioni amministrative. Da questa data, dunque, il lavoratore e i propri superstiti possono agire in autonomia, senza limiti di tempo, facendosi interamente carico del riscatto della rendita vitalizia. In precedenza, il recupero dei contributi prescritti era possibile solo se richiesto dal datore di lavoro o dal lavoratore in sua sostituzione, ma entro un termine di dieci anni. L’Istituto precisa che questa possibilità si applica solo quando il diritto di richiesta della rendita vitalizia da parte del datore di lavoro o del lavoratore in sua sostituzione risulti ormai prescritto. Resta inoltre fermo l’onere della prova: il lavoratore dovrà dimostrare il periodo di lavoro per cui intende riscattare i contributi. Le domande già presentate prima dell’entrata in vigore della legge e ancora in attesa di definizione verranno trattate secondo le nuove disposizioni, evitando il rischio di rigetti dovuti alla prescrizione. L’Inps sottolinea, infine, che le proprie strutture territoriali valuteranno ogni richiesta verificando la corretta applicazione dei criteri previsti dalla norma.
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