I chiarimenti delle Entrate sulla fruizione del beneficio nell’interpello n. 186/2022
È possibile beneficiare dell’agevolazione fiscale prevista per i lavoratori impatriati per i redditi di lavoro dipendente prodotti in Italia in remote working, a decorrere dal periodo d'imposta 2022 nel quale l'azienda trasferirà la residenza fiscale in Italia e per i 4 periodi d'imposta successivi. A chiarirlo è l’Agenzia delle Entrate con la risposta a interpello n. 186 dell'8 aprile 2022 nella quale ricorda le disposizioni del regime speciale per gli impatriati, contenute all’art.16, comma 1, del D.Lgs. n.147/2015(c.d. decreto "Internazionalizzazione"), precisando che l'accesso al regime è ammesso anche per i lavoratori che trasferiscono la residenza fiscale in Italia per proseguire, in modalità da remoto, l'attività lavorativa per il proprio datore di lavoro estero in virtù di un preesistente contratto di lavoro dipendente. Non rileva, secondo l'Agenzia, che durante gli ultimi due periodi d'imposta antecedenti il trasferimento in Italia l'attività lavorativa sia stata svolta in distacco presso una sede estera diversa dalla sede principale ai fini della fruizione del beneficio fiscale. Si potrà, dunque, fruire dell'agevolazione presentando una richiesta scritta al datore di lavoro, il quale applicherà il beneficio dal periodo di paga successivo alla richiesta e, in sede di conguaglio, dalla data dell'assunzione, mediante applicazione delle ritenute sull'imponibile ridotto alla percentuale di reddito tassabile. Qualora il datore di lavoro non abbia potuto riconoscere l'agevolazione – precisano le Entrate – il contribuente potrà fruirne direttamente nella dichiarazione dei redditi compilando la casella "casi particolari" del quadro C del modello 730 o RC del modello Redditi PF relativo ai redditi per lavoro dipendente e assimilati, che dovranno essere indicati già nella misura ridotta.
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