
Per il Garante Privacy manca la base giuridica legittima per il trattamento dei dati
Sanzionata l’azienda che gestisce in modo scorretto le informazioni dei dipendenti, comprese quelle sulla salute. Il Garante per la protezione dei dati personali ha comminato una sanzione di 50mila euro a un’azienda del settore automotive per gravi violazioni del Regolamento europeo sulla protezione dei dati (GDPR), in relazione al trattamento illecito delle informazioni personali e sanitarie dei propri dipendenti. Il provvedimento è scattato dopo una segnalazione del sindacato che metteva in evidenza la pratica diffusa all’interno dell’azienda: al rientro da assenze per malattia, infortunio o ricovero, i lavoratori venivano sottoposti a un colloquio accompagnato da un questionario. Tale documento, compilato da un diretto superiore, veniva poi trasmesso all’Ufficio Risorse Umane, che in collaborazione con il medico competente e il responsabile aziendale valutava eventuali azioni da intraprendere, come modifiche alla postazione di lavoro o interventi sulle dinamiche interne. Nel corso dell’istruttoria, il Garante ha rilevato numerose irregolarità: mancava un’adeguata informativa ai dipendenti, non vi era una base giuridica legittima per il trattamento dei dati – in particolare quelli sanitari – e si conservavano informazioni non pertinenti per finalità organizzative e per un periodo eccessivo, fino a dieci anni. Il trattamento è stato inoltre giudicato sproporzionato rispetto agli scopi dichiarati, nonché irrilevante per la valutazione delle capacità lavorative del personale. L’Autorità ha quindi disposto il divieto di proseguire con tali trattamenti e ha ordinato la cancellazione dei dati già raccolti. Nel determinare l’ammontare della sanzione, il Garante ha considerato la durata delle violazioni, il numero dei dipendenti coinvolti (circa 890), la natura sensibile dei dati trattati e il fatturato dell’azienda.
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