
È quanto emerge dall’indagine sulle prospettive per il futuro della categoria elaborata per i 60 anni dei CdL
Una professione in forte espansione e con il desiderio di continuare a crescere nel futuro, grazie soprattutto alla diversificazione dei servizi e all’innovazione tecnologica. È il quadro che emerge dall’Indagine sull’Evoluzione della Professione del Consulente del Lavoro, realizzata dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, che sarà presentata domani a Napoli in occasione del 60° Anniversario della categoria. Una categoria a disoccupazione zero: sono più di 26 mila i consulenti del lavoro attivi in Italia, grazie al balzo del 33% registrato negli ultimi 25 anni, che si è accompagnato a un forte incremento della presenza femminile. In forte crescita anche i volumi d’affari medi dei professionisti, saliti dagli 87 mila euro del 2019 ai 112 mila euro del 2024 (+28% complessivo e +8% solo nell’ultimo anno). Una tendenza che va di pari passo con l’aumento della propensione all’aggregazione, testimoniata anche dalla sempre maggior diffusione delle Società tra Professionisti (STP), che hanno raggiunto quota 808 nel 2025, coinvolgendo quasi 2 mila Consulenti del Lavoro (circa l’8% del totale). Il consolidamento si accompagna a un’offerta sempre più articolata di servizi: quasi il 35% degli intervistati ha dichiarato di aver ampliato l’offerta negli ultimi tre anni, con una prevalenza per i servizi di welfare (il 14%), seguiti dalla consulenza previdenziale (6%), dall’Asse.Co. (5%) e dalle politiche attive (3,6%). Molto buono il livello di soddisfazione per il lavoro: il 63% dei Consulenti esprime un livello di soddisfazione da 7 in su, in una scala da 1 a 10 e il 56% intende sviluppare ulteriormente la propria attività professionale nei prossimi cinque anni. I nuovi servizi sono considerati tra i principali volani di crescita per il futuro dal 46,5% degli intervistati, accanto all’innovazione e alla digitalizzazione (38%).
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